venerdì 15 settembre 2017

L'incontro 2/3




[per leggere il primo capitolo clicca qui]




Prosegue la pubblicazione del mio racconto.

Oggi, se vi va, potrete leggere qui di seguito la seconda parte... Inutile ricordarvi che sono molto graditi i commenti! ;-)



Vasilij Kandinskij, Der Blau Reiter, 1903, collezione privata, Zurigo, fonte Wikipedia



L'incontro
Capitolo 2


D'un tratto Umberto intravvede uno scheletro, avvolto in un lungo manto nero, con tanto di falce nella mano destra, che si staglia sullo sfondo della carrozza e non riesce a soffocare il terrore che lo assale nel trovarsi di fronte a quest'infernale creatura. 
Incapace di articolare una richiesta di aiuto, esplode in urla strazianti che vengono subito assorbite dal sovrastante suono dello sferragliare del treno sulle rotaie e dell’allarme inviato al convoglio in avvicinamento. 
Nessuno sente le sue grida. 
La Morte, indifferente alla sua agitazione, gli si avvicina, lesta, fino a sfiorargli il volto: 
«Ti do due possibilità» gli dice, con tono stentoreo «o compi i tuoi folli piani di vendetta, e in quel caso, sappi che ti porterò immediatamente via con me, oppure accetti un mio dono e inizi una nuova vita. Ma a una condizione: devi dimenticare il passato» 
«Ho settant’anni» sussurra a stento «come posso recuperare il tempo perduto?» 
«Sarà questo il mio dono: tornerai giovane. A te la scelta» 
L’uomo, in un turbinio di emozioni che lo aggrovigliano fino a levargli il fiato, chiude gli occhi per concentrarsi. 
L’ergastolo, ah l'ergastolo! Gli anni più belli della vita consumati in un carcere.  
Ma cosa sta accadendo? Quali mostruosi fantasmi si stanno affacciando dal profondo della sua anima tormentata, dopo questo sconvolgente incontro? 
Ha bisogno di riflettere. Si chiede come sia possibile che durante tutto quel tempo sia stato tanto ingenuo da illudersi di aver sedato l’inappagata sete di rivalsa nei confronti di Guido e, ancor di più, si interroga sul senso della ricomparsa di quel sentimento ora, all’improvviso, e più violento che mai.  
“Perché? Perché solo ora? Perché tutto questo?” pensa e ripensa, senza darsi pace. In preda a un febbrile turbamento si tormenta chiedendosi quale piega potrebbe mai prendere la sua esistenza, quali siano davvero i suoi desideri, adesso che ha potuto respirare, anche solo per poche ore, il profumo della libertà. 
L’aut aut che gli viene imposto pesa come un macigno sul suo cuore, già pesantemente provato. È ben coscio che, in un modo o in un altro, dovrà rispondere al quesito. 
Rimane, per una manciata di secondi che sembrano durare millenni,
assorto, in silenzio e con gli occhi serrati, quand'ecco che, con il capo reclinato verso il pavimento per timore di incrociare ancora una volta lo sguardo vuoto e terrificante del suo interlocutore, si decide a parlare. 
«Ho scelto» balbetta con voce rotta dall'inquietudine «accetto il tuo regalo e le tue condizioni». 
Sgrana le pupille, si guarda intorno e si accorge di essere nuovamente solo nello scompartimento. Pian piano, prende coraggio, si alza e raggiunge la toilette perché vuole guardarsi allo specchio. 
Ciò che vede nell’immagine riflessa scuote ogni fibra del suo corpo: un quarantenne, dalla pelle liscia, il colorito roseo, una folta chioma di capelli, un perfetto tono muscolare e un non so che di elegante. È di nuovo giovane, non gli servono nemmeno più gli occhiali. 
«Mio dio, non ci posso credere!» bisbiglia appena, come convinto che qualcuno possa udire le sue parole e chiedergliene spiegazione. 
Una dispettosa lacrima gli riga la guancia. Sospira. Si osserva ancora una volta, con scetticismo. No, no. Non ci sono trucchi, è tutto vero. 
È tutto terribilmente pazzesco. 
Asciuga il volto con un fazzoletto e riflette che dovrà prendersi del tempo per metabolizzare quel miracoloso cambiamento. 
Ora è ancora presto per capire, per ragionare; bisogna vivere, sperimentare quel nuovo corpo.  
Il treno, intanto, supera la fermata di Cogoleto.  
Si appropinqua all’uscita per scendere alla stazione di Varazze. Da lì, con un’agile passeggiata di pochi minuti, si ritrova sul lungomare. 
È una bella giornata di inverno, il sole illumina il paesaggio e accarezza, con il suo dolce calore, la pelle. Allo sciabordio delle onde contro gli scogli, che sembrano ricalcare il suo frastornamento interiore, si uniscono le strilla dei gabbiani e i gridolini giocosi dei bimbi, sparpagliati tutt’intorno e rincorsi dalle madri e dai nonni.
Con sguardo ingordo abbraccia il panorama come a voler riempir l’anima di questa nuova vita, dopodiché si avvia in direzione del centro. Vuole verificare se ancora esiste la trattoria dove un tempo, quando veniva in vacanza quaggiù, era solito recarsi a pranzo. 
Camminando lungo il marciapiede osserva, con occhiate distratte, le vetrine: farmacia, barbiere, boutique di abbigliamento, giornalaio, barettino, e così via. 
«Santo cielo, sono nuovamente libero!» prova ad esclamare, ma è talmente emozionato che dalla bocca gli esce solo un flebile sussurro e le parole restano soffocate in gola.  
In quel momento, un minuto gruppo di adolescenti che corre sullo stesso marciapiede inforcando con fervore la bicicletta, lo accosta. Il più robusto, uno con una gran chioma di capelli rossi e mossi che ricorda un fiume di serpi infuocate, sentendolo biascicare in modo scomposto, inaspettatamente gli si para davanti e con quel gesto persuade tutti gli altri a fare altrettanto. In men che non si dica l'uomo è circondato.      
“Sta parlando a me, signore?” chiede il rosso, con petulanza. Non udendo risposta, indugia a osservare con sfrontatezza lo strano adulto e rimane in quella posa pochi istanti, il tempo necessario a convincersi di aver incrociato un demente. Allora, forte della sua intuizione, schiaccia l’occhio agli altri compagni che, d’intesa, sorpassano il pedone, mortificandolo con uno sprezzante scampanellio unito a frasi triviali e grossolane risate. 
Non è niente” dice tra sé Umberto “sono solo ragazzini” , poi alza il bavero del cappotto e, propenso a non lasciarsi coinvolgere, volge lo sguardo dall’altra parte. Giunto di fronte al ristorante, si appresta ad attraversare la strada. Ma qualcosa blocca di colpo il flusso dei suoi pensieri.  
Una BMW M3 gli sfreccia sotto il naso: un motore eccezionale, duecento cavalli che raggiungono i centonovanta chilometri orari in un battibaleno. 
Come non riconoscerla? Quell’auto, uscita pochi mesi prima dell’assalto alla banca, si era subito ricavata uno spazio speciale nella sua fantasia. 
Orbene, per quanto quest’uomo, rimasto tanto a lungo celato al mondo, non abbia la minima idea di come la moda sia cambiata o di come vengano allestite le vetrine dei negozi del giorno d’oggi, di una cosa è sempre stato certo e continua ad esserlo. E cioè che l’industria automobilistica non può far a meno di sfornare via via sempre nuovi modelli. 
A quel punto, in balia dell’eccitazione, osserva con accortezza le altre vetture: il carosello che gli sfila dinanzi propone sempre e solo modelli che vedeva circolare all'epoca del tragico evento.  
Il dubbio lo attanaglia. 
Si precipita all’edicola e viene magnetizzato da uno dei tanti strilloni, abbarbicati l’uno accanto all’altro, che recita: 
«Vuoi conoscere cosa dicono le stelle per il 1987? Non perderti l’oroscopo di Paul Renard». 
«Quindi la Morte, non mi ha semplicemente ridato la giovinezza. Mi ha riportato indietro nel tempo» mormora, senza batter ciglio. 
Sbalordito e trasognato, si sforza di comprendere il senso della sfida che gli è stata proposta durante il viaggio: «Devi dimenticare il passato». 
«Oh, dannata Morte! Come posso dimenticarmene se mi ci hai immerso fino al collo?» seguita a ripetersi mentalmente, mentre l'animo ribolle.





La terza e ultima parte, se ne avrete voglia, vi attende venerdì prossimo!

Buon week end a tutti! :-)




  

16 commenti:

  1. Brutto scherzo! Ma della morte come si fa a fidarsi?
    Ora però resta da vedere cosa gli succederà, chi incontrerà. Se ripeterà i suoi errori
    Bravissima Clementina!

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    1. Già, un gran butto scherzo e chissà poi se ci si può davvero fidare della Morte?
      Mah!
      E cos’altro accadrà a Umberto? Chi o cosa incontrerà sul suo cammino?
      Non resta che continuare la lettura per scoprirlo!
      Ciao Pat, grazie del tuo passaggio sui due post, delle condivisioni su G+ e dei bellissimi commenti!
      ^_^

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  2. Clementina sri un vulcano! Vado a leggere la prima parte, poi questa e al terzo capitolo ti dico 😉

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    1. Ahahah, addirittura un vulcano: wow! 😊 Aspetto il verdetto di venerdì prossimo, cara Giulia!

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  3. Un racconto veramente coinvolgente, intessuto su una trama che difficilmente si dimentica. Ma qual'è il vero volto della "Morte"? Quale misterioso e indecifrabile destino ha ordito intorno a Umberto? Non ci resta che leggere la terza parte di questo splendido e intrigante racconto. Come sempre, complimenti Clem!

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    1. E io accolgo tutti questi bei complimenti con grandissima soddisfazione!
      Grazie di cuore, cara Annamaria e a presto! 😄

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  4. Molto bello questo secondo capitolo! La Morte è saggia secondo me :D Ora, per verificare, tocca attendere una settimana :O

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  5. Evviva! *_*
    Grazie Glò! ^_^
    La Morte, di sicuro, ne sa sempre più di tutti ;-)...
    A venerdì prossimo con l'ultima parte! *_*

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  6. I doni della Morte, come quelli del Diavolo, vanno sempre pagati a caro prezzo. ;) In quanto a me, taccio su ogni ulteriore commento, avendo già letto il racconto.

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    1. Ah, sì! C'è sempre un prezzo da pagare...
      Grazie di essere passata a lasciare un commento, carissima Cri!
      Ti aspetto per il finale :-)

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  7. I miei complimenti per il tuo racconto.
    Serena domenica.

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    1. Ti ringrazio tantissimo, Cavaliere!
      Serena domenica anche a te 😊

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  8. Ho letto sia il primo che il secondo capitolo. I tuoi racconto non riesco mai a seguirli volta per volta, mi "tocca" sempre leggerli tutti assieme!

    Devo però confessarti (e non sono nemmeno il primo ad averlo fatto) che l'incontro della Morte in treno c'è anche nel mio terzo libro. Vedi qui il prologo:
    https://books.google.it/books?id=E36ZDQAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=guerra+e+pace+sul+retro+di+una+cartolina&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiInOrWtsDWAhVGzRQKHRcqAD8Q6AEIJzAA#v=onepage&q=guerra%20e%20pace%20sul%20retro%20di%20una%20cartolina&f=false

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  9. Ma è stupendo! Hai usato la morte come cornice della raccolta di racconti?
    Devo assolutamente continuare a leggere il tuo libro: grazie mille, Marco! :))))

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    1. Una delle cornici...
      Ci sono anche gli Arcani Minori... e delle altre cose. :)

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    2. Lo sto gustando un po' alla volta e inizio già a farti i complimenti perché è davvero intrigante, scorre che è un piacere... Poi, aggiungendo la presenza di questi elementi di cornice, diventa magnetico! 🙂🙃🙂🙃

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dani.sanguanini@gmail.com